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Le tazze nel lavello… uno strumento di evoluzione spirituale!

In che modo lasciare le tazze della colazione nel lavello fino a sera ti aiuta a trovare il Tuo Scopo di Vita e a Realizzarlo + una semplice pratica per il tuo percorso di evoluzione

 

Qualche giorno fa ti ho raccontato di come Antonella sia riuscita a fare grandi passi lungo il suo cammino di Evoluzione Personale e Spirituale (due cose che vanno quasi sempre a braccetto!) facendo un esercizio molto semplice come è il lasciare le tazze della colazione nel lavello fino al lavaggio piatti del dopo pranzo o, meglio ancora, del dopo cena.

Oggi ti racconto in che modo funziona questa faccenda e come il non lavare le tazze della colazione sia intimamente legato al trovare spazi di crescita.

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Antonella era il tipo di persona gravata da un forte senso di colpa legato alle faccende di casa e derivante dalla mostro-credenza “prima il dovere e poi, se proprio, proprio ti avanza del tempo, il piacere”, credenza limitante nella quale è stata cresciuta la maggior parte di noi over40.

La chiamo “mostro-credenza” perché appartiene alla categoria di credenze limitanti che sono state capaci di rovinare la vita di molte donne (anche di molti uomini, in vero, ma qui siam tra donne e parliamo di noi!) e perché è una di quelle credenze che hanno pilotato le donne verso il non-amore per se stesse, rendendo loro quasi impossibile concepire che il Tempo-per-Me è terribilmente prezioso e molto, ma molto, ma molto più importante di quello usato per qualsivoglia faccenda domestica… e non approfondisco qui perché in questo tema ci entreremo spesso e sempre più a fondo.

Quando sei affetta da “senso del dovere debilitante” succede che pensi di non poterti concedere nulla se prima non hai fatto tutto, ma proprio tutto, quello che ritieni essere tuo dovere in un certo ambito della vita e un ambito tipico per noi donne è quello delle faccende domestiche ovvero dell’avere la casa sempre perfettamente in ordine e tirata a lucido.

Bada che avere la casa pulita e in ordine va benissimo di per sé. Il problema nasce quando, come nel caso di Antonella, il fatto di aver lasciato qualcosa di fuori posto o di non fatto ti crea un tale livello di ansia e disagio da impedirti di goderti la passeggiata, la lettura, la meditazione, il bagno caldo e con calma, l’incontro di xyz… ovvero qualunque cosa è un “prezioso momento per te stessa”

Tra i possibili motivi che possono creare quest’ansia uno di quelli più diffusi è la paura del giudizio, il temibile “cosa penseranno e diranno gli altri di me se… faccio la tal cosa che secondo il senso comune è sbagliata, vergognosa o se non-faccio la tal cosa che secondo il senso comune è inderogabile per essere definita, indicata, etichettata come “Brava donna”

E, neanche a dirlo, se c’è una cosa che rende il tuo percorso di Evoluzione Personal-Spirituale cosparso di ostacoli è proprio la paura di cosa penseranno gli altri di te che, in qualche modo, cammini al di fuori del sentiero che loro conoscono e che ritengono essere l’unico lungo il quale si debba camminare.

Un esempio di come la paura del giudizio ti ostacola:

Nel tuo animo tu sei un’attrice, lo sei sempre stata, sei nata per portare al mondo un messaggio importante e prezioso attraverso la tua recitazione, ma nella testa delle persone che hai attorno una donna che faccia teatro (anziché fare un lavoro serio o, piuttosto, stare a casa coi figli) è una perdigiorno, indegna di stima e rispetto, da guardare dall’alto in basso… ecco allora che hai due possibilità:

– puoi stare nella paura del giudizio e soffocare la tua Vera Essenza e il tuo Scopo di Vita

– oppure puoi imparare a fregartene del giudizio altrui, liberarti di quello inciso dentro di te (la Vocina Rompina di cui ti parlerò) e diventare la meravigliosa Attrice che sei nata per essere

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Ecco allora che lasciare le tazze della colazione nel lavandino fino a dopo cena significa metterti nella condizione di “toglierti dalla schiavitù del giudizio”

Lasciare le tazze nel lavandino come non rifare i letti, lasciare i vestiti su una sedia, non raccogliere le cose che figli e partner abbandonano in giro per casa, non lavare i piatti dopo ogni pasto o qualunque altra attività domestica che per te rappresenta un “devo” quotidiano e farlo di proposito per 15-20 giorni o anche di più, farlo fino a che il pensiero delle tazze abbandonate nel lavandino non ti da più né ansia, né fastidio, farlo fino a che nemmeno ci pensi più al fatto che hai lasciato le tazze nel lavandino… diventa un esercizio di liberazione senza pari!

Una pratica semplice, benché affatto facile da portare avanti, e di una potenza pazzesca.

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E adesso a te la palla. Se ti riconosci nell’ansia di Antonella e in quello che ho scritto qui sopra, scegli una pratica quotidiana da Ribelle. Parti con una cosa piccola, proprio come lasciare le tazze nel lavello o non rifare il letto, e portala avanti per almeno 15 giorni e mentre lo fai osserva come questa cosa ti fa sentire, che reazioni ti muove dentro, quante volte ti sale l’ansia al pensiero che qualcun* possa giudicarti per la tua mancanza (o meglio ciò che tu percepisci come una mancanza) e vedi anche se qualcun* di casa la nota e cosa ne dice e cosa ti suscitano dentro le sue parole…

…e poi se vuoi, scrivimi qui o anche in privato, come è andata

 

 

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