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La Crescita Personale e le tazze nel lavello – p.1

Come passare da
> sentirti talmente in colpa per aver lasciato i piatti della cena nel lavello da rovinarti la serata a
> fregartene dei piatti per dedicare la serata a te stessa e rientrando a casa trovarli lavati

La prima volta che ho incontrato Antonella lei si sentiva talmente a disagio al pensiero di aver mollato i piatti della cena nel lavello per venire alla presentazione dei laboratori di Danza dell’Anima che gran parte di ciò che abbiamo esplorato in quel laboratorio se l’è perso.

L’ultima volta che ho incontrato Antonella era felice come un pasqua per essere riuscita ad organizzare degli incontri di meditazione nel suo paese e mi ha svelato che da quando, grazie anche alla pratica delle “tazze ribelli”, non si preoccupava più per cose come lavare i piatti ad ogni pasto non solo era riuscita a fare dei gran passi nel trovare e realizzare il suo scopo di vita ma le capitava anche sempre più spesso che delle faccende di casa se ne occupassero dei folletti!

Ti racconto come è andata e se ti riconosci in Antonella chissà che la magia delle “tazze ribelli” possa aiutare anche te 😉

 

Quella prima sera Antonella, arrivata in sala trafelatissima a presentazione già iniziata, si era seduta un po’ in disparte rispetto al gruppo, mettendosi in quella strana e scomoda posizione che sa di “scappo appena posso”. Posizione che ha tenuto per buona parte della serata, fino a che la presentazione si è trasformata in laboratorio attivo e durante il momento di danza è finalmente riuscita a mettere da parte ciò che l’aveva tenuta in agitazione fino a quel momento e si è lasciata coinvolgere dall’esercizio proposto.

Alla fine della serata era scappata di corsa come avesse la casa in fiamme, salutando mentre era già con un piede fuori dalla porta ma il giorno successivo, con mia non poca sorpresa, è stata la prima a farmi avere la conferma di iscrizione al laboratorio in partenza.

Allora non sapevo cosa avesse tenuto Antonella tanto a disagio ed è stato solo durante il terzo incontro del laboratorio che è emersa la faccenda dei piatti lasciati nel lavello e di come questa cosa, nel pensiero di Antonella, fosse disdicevole e riprovevole.

Pensa se proprio quella sera fosse passata da casa la suocera o un amico del marito o amici di uno dei figli… Cosa avrebbero pensato di lei che, non solo era fuori la sera per una roba che loro nemmeno capivano bene cosa fosse ma aveva addirittura lasciato i piatti sporchi…

La cosa fantastica di questo pensiero è che era proprio solo ed esclusivamente un pensiero.

L’eventualità che la suocera arrivasse da loro in una sera invernale con tanto di nevicata recente era inesistente, esattamente come inesistente era la possibilità che qualsivoglia amico di marito o figli (due maschi di 17 e 19 anni), arrivando in visita, andasse a guardare se la cucina era in ordine. Eppure per Antonella l’idea di non aver sistemato tutto a casa prima di concedersi un momento per se stessa era qualcosa di inconcepibile tanto da farla sentire in colpa e a disagio fino a quasi rovinarsi la serata a cui teneva tanto.

Niente di strano e nuovo in realtà. Sentirci in colpa se ci concediamo del tempo per noi stesse senza prima aver fatto tutto tutto tutto “il nostro dovere” e magari anche un pezzetto in più, è una cosa che a noi donne viene insegnata sin dalla più tenera età e anzi, questa cosa dei sensi di colpa impedenti legati a “falsi devo” è talmente comune nelle donne, specie se già nei loro ‘antanni, che nei laboratori di Danza dell’Anima, individuali o di gruppo che siano, ci danziamo e scriviamo e dialoghiamo su un buon po’.

E Antonella, pur con tutto il suo desiderio di trasformare il piattume della routine quotidiana in una vita piena in cui dar voce alla propria arte di guaritrice, era proprio il tipo di donna talmente bloccata dal suo sentirsi in dovere di avere la casa linda e pinda prima di fermarsi anche solo 10 minuti per un piccolo esercizio di quelli che davo come compiti a casa, che alla fine dei 5 incontri le ho lasciato un “compito a casa” per lei decisamente impegnativo:

“sfida delle tazze ribelli” – per 15 giorni, meglio se per un intero mese, lasciare le tazze della colazione nel lavello almeno fino al pranzo e, quando fosse stata di turno a cavallo del pranzo, anche fino alla sera.

Lo sguardo che mi ha lanciato in risposta alla mia sfida diceva chiaramente: “Ma figurati! Ma tu sei matta che io faccio sta cosa. E a che pro, poi?!”

Ciò che ancora non sapeva Antonella quella sera era quanto profondamente il breve percorso di Danza dell’Anima fatto insieme, avesse già lavorato in lei, portando in superficie e con forza il desiderio di trovare il suo Vero Scopo nella vita e realizzarlo. Così dopo avermi mandato in mona per tutta la prima settimana ogni volta che pensava alla sfida delle “tazze ribelli”, alla fine ci ha provato.

Il primo giorno, mi ha raccontato, è stato difficilissimo lasciare le tazze nel lavello. Il secondo e il terzo ancora di più. Poi un po’ alla volta il fastidio ha iniziato a scemare. Giorno dopo giorno infatti, Antonella si è accorta che il mondo non crollava quando lasciava le tazze nel lavello, nessuno le rinfacciava questa cosa e anzi, dopo un po’ quei dieci minuti risparmiati ogni mattina si sono rivelati un tempo prezioso in cui infilare un movimento della Danza del Cuore, una danza molto semplice, che dura poco più di 7 minuti ed è potentissima, e che ha iniziato a lavorare dentro di lei e…

…per farla breve, l’ultima volta che ci siamo viste mi ha rivelato che non solo quel piccolo esercizio le ha tolto di dosso una bella fetta di “senso del dovere inutile” ma che, addirittura, nell’ultimo periodo più di una volta le è capitato di rincasare dal turno a cavallo del mezzogiorno e trovare non solo le tazze della colazione ma anche i piatti del pranzo dei figli lavati e riposti ad asciugare.

Ne abbiamo dedotto che la piccola magia delle tazze abbandonate abbia anche materializzato dei folletti pulitori a casa di Antonella 😀

Che dici, farebbero comodo anche avere per casa dei “folletti” come quelli di Antonella?

E vuoi sapere cosa le ha detto la temuta suocera arrivando in visita all’improvviso, mentre Antonella si dedicava al suo momento di danza-meditazione, in un giorno in cui il lavello era pieno di piatti?

Allora resta sintonizzata che la storia continua!

 

 

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